L'attività export dei coils laminati a caldo (HRC) indiani è rimasta ferma: le acciaierie non hanno presentato offerte, rendendo le quotazioni ufficiali nell'intervallo 590-620 $/t FOB irrilevanti, e il leggero miglioramento dell'umore in alcune destinazioni asiatiche non è stato sufficiente a indurre i venditori a entrare nel mercato.
Secondo le fonti, gli acquirenti di un mercato importante come il Vietnam sono quasi del tutto assenti dal mercato indiano da quasi un anno e, anche con un leggero miglioramento dei prezzi franco Cina, ci sono ancora molte alternative più economiche disponibili per gli acquirenti, in particolare da parte dei trader cinesi esenti IVA.
Gli acquirenti del Medio Oriente non sono molto attivi o presentano offerte d’acquisto molto basse perché sono «estremamente cauti» riguardo la situazione geopolitica della regione e non sono disposti a prendere impegni a meno che non siano disponibili offerte «di livello molto basso». Negli ambienti commerciali si è parlato di alcuni accordi per piccoli tonnellaggi in Europa, ma non sono stati confermati i dettagli sul volume o sul prezzo e quindi sono considerati in gran parte speculativi.
«Nessuna grande acciaieria ha allocazioni per l'esportazione fino a dicembre e quindi le quotazioni sono irrilevanti. Una ripresa delle esportazioni, se mai ci sarà, potrà esserci solo dopo che saranno resi disponibili nuovi contingenti tariffari in Europa. Ma non è detto che gli importatori si rivolgano all'India per approvvigionarsi, dato che sono disponibili molte altre opzioni», ha dichiarato a SteelOrbis una fonte di Jindal Steel and Power Limited (JSPL).
«Siamo concentrati sui nostri clienti locali e nell'offrire loro il miglior valore. Questo ci permette anche di massimizzare i nostri margini, piuttosto che puntare solo sui vantaggi del tasso di cambio vendendo poco all'estero», ha affermato un'altra fonte.