Assofermet Acciai: nuova nota di mercato sui laminati piani al carbonio

martedì, 01 marzo 2016 13:21:38 (GMT+3)   |   Brescia
       

Questo mese Assofermet amplia la propria attività di informazione diffondendo una nota di mercato sui laminati piani al carbonio. L'obiettivo di tale nota - si legge nel comunicato a firma di Tommaso Sandrini, Presidente di Assofermet Acciai - "è quello di rappresentare le implicazioni per le aziende associate dei recenti eventi che hanno interessato il mercato europeo, e italiano in particolare, dei coils al carbonio". Tra gli elementi di discontinuità rispetto al passato che impongono una riflessione agli operatori del settore, Assofermet Acciai cita:

- forte accelerazione nell'adozione di misure di protezione del mercato da parte delle istituzioni europee;
- rilevanti squilibri nei fondamentali economici dei produttori a livello globale;
- andamento dei consumi di acciaio sul mercato interno;
- forti incertezze in termini di approvvigionamento sul mercato nazionale per effetto delle vicende dell'Ilva di Taranto.

Riguardo al primo punto, Assofermet Acciai ricorda l'istituzione di un dazio antidumping provvisorio sulle importazioni di laminati a freddo da Cina e Russia (10 febbraio) e l'apertura di procedimenti antidumping relativi alle importazioni dalla Cina di coils a caldo, lamiera da treno e tubi senza saldatura (13 febbraio). Questi ultimi potranno portare, tra il 13 aprile e il 13 novembre, alla definizione di dazi provvisori che potrebbero poi trovare applicazione retroattiva fino a 90 giorni prima dell'introduzione dei dazi medesimi (quindi tra il 13 gennaio e il 13 agosto). "In tale contesto - spiega Assofermet Acciai - appare chiaro come sussistano già nell'immediato rischi per nuovi approvvigionamenti dal paese oggetto di investigazione. Gli ultimi tre procedimenti appena avviati replicano esattamente lo schema e le motivazioni già utilizzare per i prodotti laminati a freddo, relativamente ai quali le argomentazioni utilizzate dalla commissione europea a supporto delle decisioni prese poco spazio lasciano ad un diverso esito delle tre nuove investigazioni".

Assofermet Acciai aggiunge che sul mercato italiano i coils a caldo rappresentano la gran parte dei volumi di importazione: "circa il 65% degli oltre 4,8 milioni di tonnellate importati nel 2015 sono stati rappresentati da coils a caldo. Trattandosi poi del supporto di base per tutti i cicli di trasformazione e verticalizzazione del materiale, l'impatto di tali misure sul mercato italiano si prospetta davvero rilevante".

A completare il quadro, vi è "un contesto di dibattito politico acceso che vede un crescente consenso attorno a forme di protezione del mercato, in particolare nei confronti degli operatori cinesi". Assofermet Acciai ricorda le accese discussioni in corso in merito al riconoscimento dello stato di economia di mercato (MES) al paese asiatico e tal proposito conferma il proprio supporto a qualsiasi azione e decisione degli organismi comunitari che sia in grado di proteggere gli operatori europei dalla concorrenza sleale di competitor stranieri, "senza tuttavia sbilanciare gli equilibri interni della filiera stessa avvantaggiando un anello a scapito degli altri".
"In sintesi - continua Assofermet Acciai - riteniamo che lo scenario di approvvigionamento da paesi terzi sia in procinto di mutare in modo sostanziale, togliendo agli importatori una delle fonti più rilevanti e stabili di questi anni".

Venendo alle performance economiche del settore della produzione, secondo Assofermet Acciai i dati di bilancio pubblicati recentemente dal gruppo ArcelorMittal sono uno dei più chiari indicatori della difficoltà di tutto il comparto della produzione a livello non solo europeo ma globale.
Il colosso mondiale dell'acciaio ha registrato nel 2015 una perdita di circa 7,95 miliardi di dollari, di cui circa 4,8 legati a svalutazioni di asset e 3,2 legati alla gestione industriale.
"Le perdite del settore della produzione - continua la nota - oscillano per gran parte degli operatori tra i 20 e i 50 €/t. Vi sono ovviamente alcune rare eccezioni, ma nel complesso l'intero comparto della produzione, in tutti i mercati esposti alla competizione globale, soffre di perdite che non possono essere sostenibili nel medio periodo. A fronte di questo stiamo assistendo ad un'ondata protezionistica che protrarrà i suoi effetti per lungo tempo". Nelle ultime settimane tutti i produttori europei hanno chiesto con sempre maggiore fermezza aumenti di prezzo generalizzati su tutti i comparti di prodotto. Secondo Assofermet Acciai, l'assenza di alternative di importazione a prezzi competitivi sta supportando il conseguimento di tali aumenti.

Per quanto riguarda i consumi, il mercato dei prodotti piani al carbonio ha registrato nel 2015 una performance molto positiva. Assofermet Acciai accenna inoltre a qualche segnale di inversione di tendenza per il settore delle costruzioni e incrementi dell'ordine del 20% per settori come l'automotive. "Il consensus del mercato - prosegue la nota - prevede anche per il 2016 incrementi dell'attività: malgrado un miglioramento atteso più nella seconda metà del 2016 e con ritmi di crescita inferiori rispetto al 2015, ci attendiamo un ulteriore progressivo consolidamento del trend positivo evidenziatosi nel 2015". Tra i fattori a supporto di tale trend vi sono: il cambio euro/dollaro più favorevole rispetto al passato; in numerosi settori, un recupero di marginalità grazie all'andamento deflattivo delle principali commodity; la maggior apertura verso nuove erogazioni da parte del sistema bancario; la riorganizzazione interne di tante aziende, nonché il processo di selezione del mercato.

Assofermet Acciai sottolinea poi che il portafoglio ordini delle aziende associate risulta molto più alto che in passato, con numerosi utilizzatori che "hanno sottoscritto contratti di fornitura con gli operatori della distribuzione per i primi tre/sei mesi dell'anno". Il settore inoltre "continua a registrare un afflusso regolare di nuovi ordini, a conferma del positivo andamento del mercato a valle".

Per finire, inevitabile secondo l'associazione soffermarsi brevemente sull'impatto della situazione dell'Ilva di Taranto. "La fase di profonda transizione - spiega Assofermet - che la società sta attraversando da alcuni mesi, con il processo di vendita ai privati, non potrà non avere ripercussioni sul mercato. In tale contesto gli operatori della distribuzione potrebbero trovarsi nella difficile situazione di dover effettuare una maggiore diversificazione degli approvvigionamenti". In altre parole, l'Ilva rimarrà un operatore importante, ma "occorrerà procedere alla ricerca di ulteriori fornitori in grado di produrre i volumi finora ricevuti dall'import, in particolare da Cina e Russia".
Assofermet ritiene inoltre che un operatore come Ilva debba essere salvaguardato e che si debbano fare tutti gli sforzi necessari a garantire la continuità industriale dei siti produttivi dell'azienda.

"Lo scenario nel suo complesso - conclude la nota - rimane ancora potenzialmente favorevole al settore distributivo, in quanto la complessità del panorama di approvvigionamento continuerà a consentire la creazione di valore dalla gestione di tali complessità e il buon andamento dei consumi porterà i clienti a pretendere le componenti di servizio che sono il tradizionale punto di forza del settore della distribuzione: la festa non è finita, ma continuerà con una musica diversa".

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