Alla fine della scorsa settimana, il Segretario al Commercio americano Wilbur Ross ha dichiarato a Bloomberg Television che l'amministrazione Trump rimanderà ogni decisione legata alla Section 232 (l'indagine sulle importazioni di acciaio) al periodo successivo al raggiungimento di una riforma fiscale da parte del Congresso.
La tax reform "è l'elemento più importante" nell'agenda dell'amministrazione, ha detto Ross. Il Segretario al Commercio ha aggiunto che il Dipartimento del Commercio USA non sta "tornando sui suoi passi", e che il suo temporeggiare è dovuto semplicemente a una questione di tempistiche.
Secondo fonti di mercato, questa notizia fa pensare che i risultati dell'indagine possano non vedere mai la luce: la riforma dell'intero sistema fiscale statunitense è un compito estremamente arduo e con poche possibilità di riuscita, anche tenendo conto del fatto che negli ultimi nove mesi il Congresso guidato dai repubblicani non ha ottenuto vittorie legislative.
L'opinione generale è che Trump e il Dipartimento del Commercio non avessero previsto che si levasse un così forte grido di protesta contro la possibile istituzione di tariffe sull'acciaio, non solo da parte dell'industria siderurgica (con l'eccezione, naturalmente, dei produttori), ma anche da parte di industrie quali quella agricola, che nei mesi scorsi hanno messo in guardia l'amministrazione da probabili controffensive da parte dei paesi esteri. Secondo diversi operatori, anziché ammettere che quella di tariffe sull'acciaio ai fini della salvaguardia della sicurezza nazionale è stata una cattiva idea, Trump e il DOC potrebbero rimandare all'infinito l'annuncio dei risultati dell'indagine.