Secondo Yuriy Ryzhenkov, AD del gruppo Metinvest, a seguito del recente via libera alle navi cargo nei porti di Chornomorsk e Pivdennyi, l’Ucraina sta iniziando a vedere con cauto ottimismo la situazione delle esportazioni di minerale di ferro via mare. L’amministratore delegato ha sottolineato che le autorità ucraine lavoravano a questo tema da mesi, ma ha fatto presente che serviranno ulteriori sforzi per rendere la rotta praticabile e sicura. «Dobbiamo lavorare di più per rendere questa rotta affidabile, in modo che possa essere utilizzata da noi e dal settore agricolo», ha dichiarato.
Ryzhenkov considera la ripresa delle esportazioni via mare di estrema importanza per il settore minerario di Metinvest, il cui utilizzo ha dovuto diminuire proprio a causa dell’impossibilità di esportare minerale di ferro. Come si legge nel comunicato ufficiale, prima dell’invasione russa dell’Ucraina (24 febbraio 2022) le esportazioni verso l’Europa contavano meno del 10%: la quasi totalità dei volumi veniva mandata in Cina attraverso i porti di Odessa, Chornomorsk e Pivdennyi.
«Ad oggi il nostro settore minerario è sfruttato al 35-40%, mentre quello dei nostri colleghi ancora meno. L’unica soluzione [per sostenere le esportazioni] sarebbe riaprire il porto di Odessa» ha commentato il CEO.
Le acciaierie del gruppo attualmente in funzione, ossia Zaporizhstal e Kametstal, stanno lavorando al 65-75% della capacità produttiva, mentre per un funzionamento normale sarebbe necessario almeno un 80%. La società ha scelto di reindirizzare tutte le esportazioni verso i mercati europei.
Per ora il mar Nero ha aperto un corridoio temporaneo alle navi civili, e ha già gestito il passaggio di 10 navi cargo che trasportavano prodotti agricoli e metallurgici.