Industrie europee: UE migliori politica antidumping e difenda dall'aggressione cinese

venerdì, 18 novembre 2016 10:59:58 (GMT+3)   |   Brescia
       

"Le industrie cinesi operano in concorrenza sleale, grazie a sovvenzioni e senza rispettare gli standard ambientali. Per questo possono esportare spesso in regime di dumping. L'UE deve pertanto rivedere, migliorandola, la propria politica antidumping, specie in considerazione dell'imminente scadenza del protocollo di adesione della Cina al WTO, e quindi, al possibile riconoscimento alla stessa Cina dello status di libero mercato". Questo il messaggio lanciato dai rappresentanti di Federacciai, AEGIS Europe, Associazione europea delle industrie ceramiche, Centroal, Assocalzaturifici e Associazione europea produttori di biciclette, nel corso della conferenza stampa svoltasi ieri 18 novembre presso la sede di Federacciai.
Alla conferenza hanno partecipato il direttore generale di Federacciai Flavio Bregant, rappresentanti di AEGIS Europe, dell'Associazione europea produttori di biciclette, dell'Associazione europea industrie ceramiche, di Assocalzaturifici e di Centroal, nonché Alessia Mosca, europarlamentare e membro della Commissione commercio internazionale.

"Il tema ha raggiunto un'importanza crescente - ha sottolineato Alessia Mosca - e lo stesso Parlamento ha lamentato con la Commissione il fatto che si sia arrivati a discutere di questo importantissimo argomento a ridosso della scadenza sancita dal protocollo di adesione della Cina al WTO".

L’onorevole Mosca ha quindi evidenziato come la proposta, da una prima valutazione, risulti insufficiente, anche rispetto alle garanzie che erano state chieste nella risoluzione del Parlamento europeo del maggio scorso. Inoltre "vi sarebbero troppe parti di discrezionalità nei meccanismi di valutazione, non vi sono definizioni chiare nelle pratiche di dumping da sanzionare né vengono stabiliti in maniera univoca i criteri per l’estensione dei report, di cui non viene nemmeno indicata la periodicità". La parlamentare ha quindi sottolineato come "al momento, il concetto stesso di significative distorsioni non ha base giuridica".
Per Alessia Mosca, infine, anche la data di possibile approvazione sarebbe incerta, quantomeno per il Parlamento che non riuscirà a esprimersi entro la fine del 2016.

Concordi su queste valutazioni i rappresentanti delle varie industrie europee. Per quanto riguarda il settore dell'acciaio, il direttore di Federacciai Flavio Bregant ha spiegato che "nessuno parla né chiede alcuna forma di protezionismo, bensì strumenti di difesa contro le pratiche commerciali scorrette, perché vengano ripristinate condizioni competitive eque per tutti". Come rappresentanti dell'’industria, ha precisato Bregant, "non riteniamo che l'applicazione dell'articolo 15 del protocollo di adesione al WTO sia automatica, e sono concordi anche gli avvocati che abbiamo interpellato. Se lo si vuole concedere è una scelta tecnica di politica commerciale e non un obbligo. Quello che ribadiamo ancora una volta è la necessità di avere strumenti di difesa commerciale efficaci contro la concorrenza sleale".