Il governo indiano ha in programma di aumentare i dazi doganali su una serie di importazioni provenienti dalla Cina alla luce delle crescenti tensioni al confine himalayano tra i due paesi, che hanno portato alla morte di soldati da entrambe le parti nell'ultima settimana.
Nel periodo tra aprile 2019 e febbraio 2020 circa il 14% dell’import indiano è provenuto dalla Cina, con un valore stimato in 62 miliardi di dollari, mentre le esportazioni indiane verso la Cina sono ammontate a 15,5 miliardi di dollari.
Secondo fonti governative, oltre all’incremento dei dazi doganali il governo indiano dovrebbe anche aumentare i requisiti degli standard di qualità per le importazioni dalla Cina. Tale mossa avrebbe lo scopo di rafforzare l’economia locale.
Diversi rappresentanti del settore siderurgico hanno sostenuto in forma anonima che l’incremento dei dazi sull’import dalla Cina di beni capitali influenzerebbero negativamente le società indiane che hanno bisogno di acquistare impianti e macchinari. Nel periodo tra marzo 2019 e febbraio 2020 i beni strumentali importati dalla Cina in India sono stati valutati in 12,79 miliardi di dollari. Il rappresentante di una acciaieria privata ha ipotizzato che i produttori nazionali potrebbero soddisfare tramite l’Europa il loro fabbisogno di beni capitali, tuttavia questa strada comporterebbe costi più elevati. Questi costi dovrebbero essere trasferiti ai consumatori di prodotti finiti. Secondo la stessa fonte, nel breve termine le acciaierie rischierebbero di affrontare una carenza di materiali refrattari, poiché sarebbe difficile trovare fonti alternative a prezzi competitivi.
Infine, fonti governative hanno comunicato che il Ministero del Commercio indiano ha deciso di accelerare la sua risposta alle denunce di dumping da parte della Cina da 30 a circa 10 giorni.