"Il rischio che l'Ilva si fermasse c'era". Ora, però, è stato cancellato dal "grande passo in avanti" rappresentato dal "piano tecnico-operativo per l'applicazione dell'Aia" e dalla "volontà" di volerla effettivamente portare avanti con un programma "non solo formale", ma che "impegna l'azienda ad individuare misure importanti dal punto di vista tecnologico e gestionale". Gli esiti dell'incontro di venerdì tra il presidente di Ilva Spa, Bruno Ferrante, ed il Ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, sono confortanti per l'acciaieria tarantina, e le parole di Clini sembrano tirare definitivamente una riga sulla parola 'chiusura'.
Infatti, il Ministro è molto chiaro sull'iter di applicazione dell'Aia: "Siamo in presenza di un documento che attua la legge in vigore in Italia; chi lo dovesse impedire, se ne assume tutta la responsabilità: una volta approvato, il piano di interventi deve essere realizzato. Se non si applica l'Aia si opera contro la legge e siccome la legge va rispettata ci muoveremo di conseguenza". Clini, in sostanza si spinge a parlare di ricorso alla Procura di Taranto in caso di mancato ottemperamento. Tutto questo - sottolinea - nell'ottica che "la strada maestra", per la quale "va superato il rischio di conflitto con la magistratura", è "il risanamento ambientale".
Al termine della riunione a Roma, il presidente Ferrante ha annunciato di avere consegnato "un piano tecnico di attuazione delle disposizioni contenute nell'Aia". Documento che "verrà esaminato e valutato dai tecnici del Ministero per verificare la congruità con le disposizioni" indicate dall'Autorizzazione integrata ambientale entro una settimana, come ha precisato lo stesso Clini. "Non si è parlato di profili finanziari" aggiunge Ferrante. "Noi aspettiamo i provvedimenti dell'autorità giudiziaria per elaborare il piano industriale", che sarà quello "in cui prevederemo gli aspetti finanziari e le ricadute economiche". Del resto, anche per Clini quello che "interessa al ministero sono gli interventi" mentre "i costi riguardano l'impresa".
Il presidente dell'Ilva ha inoltre ribadito la volontà - preannunciata nella recente lettera a Clini - di presentare istanza di dissequestro degli impianti del siderurigico di Taranto: "Solo avendo la piena disponibilità degli impianti potremo dare attuazione alle disposizioni del governo".