Secondo quanto riportato dal Corriere di Taranto, la Fiom Cgil di Taranto ha reso noto che l'Ilva in amministrazione straordinaria ha comunicato ai sindacati metalmeccanici una riduzione della produzione di acciaio da 16.000 a 13.000 tonnellate giornaliere.
Il delegato di fabbrica Francesco Brigati ha commentato che il calo della produzione "è servito ad Ilva ad aumentare vertiginosamente i numeri dei lavoratori in contratto di solidarietà per ridurre i costi sul taglio del personale. In queste ore - ha aggiunto - apprendiamo inoltre che, a seguito della scelta aziendale di ridurre la produzione, Ilva stia correndo ai ripari con l’utilizzo di bramme che provengono da altri stabilimenti".
Come riportato precedentemente, l'accordo per i contratti di solidarietà, che riguarda un numero massimo di 3.095 unità, scadrà il 2 marzo. L'azienda nelle scorse settimane ha reso noto di voler ricorrere, a partire dal 3 marzo e per un anno, alla cassa integrazione straordinaria a rotazione per 4.984 lavoratori dello stabilimento Ilva di Taranto e per 80 dipendenti dello stabilimento di Marghera.
La Fiom ha chiesto "un incontro urgente per discutere nel merito di quelle che sono le scelte aziendali legate alla produzione dello stabilimento siderurgico. Riteniamo infatti inaccettabile – osserva Brigati – che, per il raggiungimento dei volumi dichiarati in fase di apertura della procedura di cassa integrazione [una produzione giornaliera di circa 16.500 tonnellate al giorno per raggiungere circa 6 milioni di tonnellate annue di acciaio, ndr], a fronte di un ridimensionamento produttivo si ricorra all'utilizzo di bramme provenienti da altri stabilimenti".