La Corte di Giustizia UE ha stabilito l'annullamento delle sentenze del Tribunale e delle decisioni della Commissione UE sulle multe inflitte nel 2009 a Feralpi Holding, Ferriera Valsabbia e Valsabbia Investimenti, Alfa Acciai, Ferriere Nord e Riva Fire, accusate di aver partecipato ad un cartello nel mercato del tondo per cemento armato. La decisione deriva dal fatto che Bruxelles non ha rispettato il diritto di difesa delle imprese.
Escluse dal provvedimento le società IRO Industrie Riunite Odolesi, Leali e Lucchini, che all'epoca non avevano presentato ricorso.
Nel 2002 la Commissione europea aveva ritenuto il cartello responsabile di aver manipolato i prezzi dal 1998 al 2000, ma le sanzioni erano state sospese dalla Corte Europea di prima istanza per un errore tecnico. Nel 2009 la Commissione aveva quindi presentato una nuova decisione aggiornata, con una sanzione complessiva di 83 milioni di euro nei confronti di otto società italiane. Nonostante il ricorso delle aziende, il Tribunale UE nel 2014 aveva in larga parte confermato la multa di Bruxelles, decisione che le società avevano nuovamente contestato. Oggi la Corte ha annullato sia le sentenze del Tribunale sia la decisione della Commissione, in quanto questa non ha dato alle società la possibilità di un'audizione difensiva con i garanti della concorrenza nazionali.
Archiviato questo episodio, ai produttori italiani resta da capire quale sarà l'esito dei ricorsi che esse intendono presentare dopo la maxi sanzione inflitta a fine luglio dall'AGCM a chiusura di un'indagine relativa a un presunto cartello sul tondo per cemento armato avviata il 21 ottobre 2015.