Lo scorso febbraio il governo cinese annunciò l'intenzione di ridurre di 100-150 milioni di tonnellate la capacità produttiva nel settore dell'acciaio in un periodo di tempo compreso tra i tre e i cinque anni. Una promessa piuttosto vaga che però oggi sembra acquisire maggiore concretezza alla luce di nuovi annunci riguardanti l'anno in corso.
La Cina prevede infatti di ridurre la propria capacità di produzione dell'acciaio di 45 milioni di tonnellate nel 2016. Lo ha dichiarato recentemente il presidente del Comitato per le Riforme e lo Sviluppo Xu Shaoshi, il quale ha aggiunto che anche la capacità di produzione di carbone subirà un taglio pari a 280 milioni di tonnellate. Questi interventi comporteranno la riallocazione di 700.000 lavoratori nel settore del carbone e di 180.000 lavoratori in quello siderurgico.
"La sfida più urgente è ridurre la capacità in eccesso", ha spiegato Xu Shaoshi, intervenuto nel corso del World Economic Forum svoltosi domenica scorsa a Tientsin. "Ho molta fiducia nel fatto che raggiungeremo gli obiettivi prefissati".
L'esecutivo ritiene di poter stanziare 100 miliardi di yuan per aiutare le autorità locali e le industrie statali ad affrontare le perdite finanziarie: il 20% di questa cifra dovrebbe essere usata per premiare i migliori performer nel settore.
Il governo, ha sottolineato Xu, porterà avanti diverse riforme mirate alla riduzione dell'offerta e all'espansione della domanda aggregata in modo da garantire una crescita economica adeguata. Infine, ha ricordato che l'obiettivo del governo è quello di una crescita del PIL pari al 6,5% negli anni fra il 2016 e il 2020.