L'Arab Steel Summit 2009, organizzato dall'Arab Iron and Steel Union ad Abu Dhabi dal 12 al 14 aprile, si è tenuto durante il periodo di drammatiche trasformazioni che sta coinvolgendo l'industria siderurgica araba e mondiale e in un momento di mutazione dei punti di vista relativi al futuro del comparto. Il summit è stato inaugurato ufficialmente dal ministro dell'Economia degli Emirati Arabi Uniti Ing. Sultan Bin Saeed Al Mansouri al Rotana Beach Hotel.
Nel suo intervento al summit, il direttore operativo del britannico Iron and Steel Statistics Bureau, Steve Mackrell, si è concentrato sull'importanza della Cina nella produzione globale di acciaio grezzo. Sottolineando che nei primi due mesi dell'anno la produzione mondiale di acciaio grezzo ha perso il 22,9%, Mackrell ha illustrato che il dato avrebbe subito una discesa del 37,2% in assenza del colosso cinese.
Citando i dati di gennaio e febbraio 2009 per evidenziare l'importante posizione rivestita dalla Cina nel settore siderurgico, Mackrell ha affermato che durante il periodo in questione la produzione cinese di acciaio grezzo si è attestata a 40,8 milioni di tonnellate, contro una produzione mondiale di 83,8 milioni di tonnellate.
Steve Mackrell ha continuato il suo intervento discutendo i principali flussi commerciali per area nel 2008, soprattutto in riferimento a Medio Oriente e Nord Africa. Egli ha affermato che il Nord Africa, inclusi Algeria, Egitto, Libia, Marocco, Sudan e Tunisia, ha registrato 11,5 milioni di tonnellate di importazioni di acciaio e 1,7 milioni di tonnellate di esportazione durante il periodo in questione, mentre il Medio Oriente, inclusi Iran, Iraq, Giordania, Siria, Libano, Oman, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Kuwait e Qatar ha segnato importazioni per 36,7 milioni di tonnellate ed esportazioni per 600.000 tonnellate.
Mackrell ha spiegato che nelle esportazioni verso Medio Oriente e Africa del Nord il tondo ha contato per il 25%, i semilavorati per il 23%, mentre i tubi hanno inciso per il 12% e barre laminate a caldo e profilati con l'11%. I principali esportatori verso queste aree sono stati Turchia, con il 24%, Unione Europea (27), con il 19%, Cina, con il 16%, e Ucraina, pure con il 16%.