A causa di volumi di produzione al di sotto delle previsioni, Acciai Speciali Terni (AST) prolungherà la fermata temporanea che già aveva previsto per maggio. Lo ha comunicato l'azienda, parlando di «uno scarico produttivo significativo» per la seconda parte di maggio a causa della riprogrammazione degli ordini. La fermata riguarderà il reparto Acciaieria e altre aree e linee produttive, per il periodo dal 25 maggio al 2 giugno. Fanno eccezione la Laminazione a caldo, che fermerà dal 27 maggio al 2 giugno, quella a freddo, il Centro di finitura e il Tubificio, nei quali alcuni impianti resteranno in marcia fino al 29 maggio, fermando solo dal 30 maggio al 2 giugno, e la divisione Fucine che marcerà fino ad esaurimento dei lingotti. Per quanto riguarda gli impiegati, le attività lavorative saranno sospese dal 25 maggio al 2 giugno. In una nota l'azienda spiega che anche per la filiera dell'acciaio inossidabile «la fase di ripartenza delle attività produttive di molte aziende, dopo l'interruzione per l'emergenza COVID-19, è iniziata da poco» e «in modo non ancora continuo e regolare, per la necessità di adeguare i propri livelli produttivi alla domanda e alle nuove modalità di organizzazione del lavoro».
Secondo quanto comunicato dalle RSU, i volumi di maggio ammonteranno a circa 47.000 tonnellate (25.000 di laminazione a freddo, 15.000 di black e 7.000 nastri a caldo). La produzione di acciaio fuso sarà invece di circa 67.000 tonnellate, contro le circa 84.000 che erano state previste a fine aprile.
Nel frattempo, la società madre ThyssenKrupp ha ha dichiarato in una nota che la difficile situazione economica del gruppo è stata notevolmente aggravata dall'emergenza coronavirus. Alla fine di aprile il gruppo, che ancora attende i proventi della vendita della sua divisione ascensori, ha ricevuto un prestito statale di circa 1 miliardo di euro. Il CEO Martina Merz ha affermato che le strategie di ristrutturazione, la riduzione dei costi e, soprattutto, le misure per aumentare le vendite che il gruppo aveva pianificato di attuare nei prossimi due o tre anni dovranno essere eseguite in modo significativamente più rapido a causa della pandemia di COVID-19.